Sappiamo veramente cosa è l’inflazione?
Sappiamo veramente cosa è l’inflazione? Sappiamo veramente, al di là di scolastiche definizioni identificarne le cause e le molteplici implicazioni? Riusciamo a coglierne la complessità evitando interpretazioni semplicistiche e pratiche di intervento meccaniche? E, questo sapere eventuale, riusciamo ad applicarlo alla situazione inflattiva attuale in modo da descriverne le specificità e individuarne pratiche di contenimento? L’ intervento, suddiviso in due parti, che segue ha lo scopo di rispondere a queste domande.
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Se chiedete ad un economista cosa è l’inflazione vi risponderà prontamente: “il generalizzato aumento dei prezzi“. Semplice no?
Del resto, il mondo degli economisti è un mondo semplice, privo di zone d’ombra e di profondità in cui ogni fenomeno è ridotto a dispositivo con annesso libretto di istruzioni. L’inflazione non fa eccezione. Agli economisti è bastato che un certo signor Phililips registrasse una relazione inversa tra il tasso di inflazione e il tasso di disoccupazione per sviluppare e mettere a disposizione dei governi una tabella di corrispondenza tra vari livelli di disoccupazione e di inflazione, in modo che i governanti potessero scegliere il proprio auspicato tasso di disoccupazione a fronte dell’accettazione del corrispondente tasso di inflazione.
Naturalmente, i fenomeni reali risultano sempre più complessi del modello, che null’ altro è che una rappresentazione semplificata del fenomeno, o delle tabella che li vorrebbe contenere, spiegare e modificare.
In tempi più recenti è del resto nota la battaglia condotta, e persa, dalle banche centrali per condurre una inflazione, pressoché azzerata, al livello di moderata inflazione: il due per cento.
Nei piani delle banche centrali l’obiettivo di inflazione moderata – di una inflazione “virtuosa”- avrebbe plasticamente rappresentato l’effetto di una positiva dinamica dei consumi a sostegno di una crescita con aumenti di salari e di costi, a loro volta, sintomo di una fase economica positiva.
Sia quando la si voglia condurre ad un livello prestabilito, sia quando la si voglia contenere l’inflazione ha l’evidenza e l’irriducibilità di quei fatti che hanno la testa dura: un “processo – scrive John Maynard Keynes – che impegna tutte le forze segrete dell’ordinamento economico sul fronte della distruzione”.
Pur rimanendo il mantenimento della stabilità dei prezzi l’obiettivo principale e prioritario del Sistema europeo delle banche centrali (SEBC), di fatto, negli ultimi anni, massimamente in tempi di pandemia, il tema dell’inflazione non si è mai conquistato le prime pagine dei giornali ed più volte stato evocato come fenomeno d’altri tempi e d’altri mondi.
Ma ecco che nel passaggio dalla fase pandemica all’inizio di una fase post-pandemica, quindi nel momento esatto in cui la luce in fondo al tunnel diviene sempre più distinguibile, puntualmente registriamo un aumento dell’inflazione.