Quanti sono novantacinquemila milioni di euro

Qualche numero relativo al gioco lecito in Italia.

L’amica Claudia Luppi[1] mi ha parlato, una sera di tarda estate, del fenomeno del gioco in denaro cosiddetto “lecito” in Italia. Me ne ha parlato, come lei sa fare, sulla base di argomentazioni documentate di natura quantitativa: numeri, cifre, rapporti, medie, differenze etc…

Sul momento le sue dichiarazioni non mi hanno fatto un grosso effetto. A distanza di quasi due mesi ho ripensato ad un dato, quello della raccolta complessiva relativa al gioco “lecito” nel 2016, che mi è sembrato abnorme, sostanzialmente incredibile. Convinto che il dato di novantacinque miliardi di euro (a dire il vero quasi novantasei) fosse il frutto di un refuso (miliardi per milioni), ho chiamato Claudia per avvisarla dell’errore ma ho avuto modo di apprendere che i 95 miliardi sono proprio miliardi.

Mi sono anche stati forniti altri dettagli: nel periodo 2006-2016 la “raccolta” complessiva realizzata dal gioco “lecito” è passata da 34.718 a 95.968 milioni di euro, mentre la “spesa” sostenuta dai giocatori, cioè la risultante della raccolta meno l’importo delle  vincite da questi realizzate (vale a dire la perdita effettiva subita da chi ha giocato) è passata da 11.950 a 19.465 milioni di euro. Notiamo che nel decennio 2006-2016 la raccolta è cresciuta del 176% e la spesa (solo) del 63%. Questo significa che progressivamente le vincite sono aumentate incidendo positivamente a loro volta sulla crescita della raccolta complessiva.

Il fatto vero è che 95 miliardi di euro (95.000 milioni) sono una cifra in assoluto abnorme, che è possibile meglio comprendere in riferimento ad altre situazioni. Senza nessuna pretesa di scientificità, così per gioco (mi auguro lecito), i 95 miliardi di euro di raccolta complessiva 2016 del gioco “lecito” possono essere semplicemente affiancati e confrontati con i 70,51 miliardi della raccolta premi (lorda) 2016 di Assicurazioni Generali oppure con i 33,1 miliardi di ricavi totali espressi nello stesso anno da Poste Italiane oppure, fuori dai confini italiani, con il fatturato 2016 del gruppo automobilistico BMW, pari a 86,4 miliardi…

Nonostante sia chiaro che il peso economico del gioco lecito a carico dei giocatori ammonti a poco più di 19 miliardi (la spesa netta o perdita che dir si voglia), il dato complessivo di raccolta mi pare in ogni caso assolutamente rilevante.

A questo punto qualcuno si domanderà: chi ci guadagna? E’ presto detto. Ribadito che la base di spartizione non è la raccolta bensì la spesa (la perdita), i precedentemente citati 19 miliardi vengono spartiti tra lo Stato – per più di 10 miliardi sotto forma di prelievo fiscale – e gli operatori di settore (concessionari, distributori, esercenti…) – per quasi 9 miliardi.

Gli indicatori meramente economici più immediati rappresentano la complessità del fenomeno gioco in denaro lecito nel nostro Paese. Ulteriori dati di matrice quantitativa ci consentono e ci consentiranno di comprenderne l’impatto a livello sociale, indicandoci le linee di contenimento degli effetti negativi sulle “nude” vite dei giocatori.

Massimo Bertani

[1] Claudia Luppi è tecnico di ricerca della Sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR