L’economia veloce e la protezione del risparmio

Quattro sono i punti cardine del breve, ma denso, articolo Proteggere il risparmio dovere della Democrazia del Commissario Consob Giuseppe Maria Berruti, apparso una decina di giorni fa su Repubblica:

a) definizione del contesto politico economico finanziario attuale come “melting dell’incomprensibilità”, caratterizzato dall’ingerenza della libera iniziativa economica che tende a riempire il vuoto determinato dalle divisioni della politica in generale e dalla crisi del modello partito in particolare;
b) incoerenza della visione, tipica di una economia “lenta”, del risparmio come “energia da capitalizzare, e spendere poi per produrre economia” e delle banche come riferimento di custodia, impiego, conservazione e incremento dello stesso, rispetto all’attuale economia “veloce”, caratterizzata da forme di comunicazione che azzerano “il tempo necessario allo spazio” e favoriscono l’investimento speculativo;
c) emergenza delle figure del nuovo “vincitore”, colui che conosce le nuove regole del gioco, e del nuovo “perdente”, il “risparmiatore ignaro”, condotta sulla base di una non ideologica (finalmente!!!) descrizione del fenomeno “derivati” come strumento che consente, in relazione ad una scommessa, di “parare il danno con poca spesa” in caso di perdita, e di “guadagnare poco meno” in caso di vincita;
d) evidenziazione di correlazioni positive tra “tutela del risparmio”, “diritto di sicurezza” ed “efficacia della democrazia”, e di correlazioni negative tra “velocità/stabilità” (fondata sulla “prevedibilità”) e tra “velocità e investimenti orientati alla profondità di un futuro al sicuro dalle scorrerie della speculazione”.

In questo contesto in cui “l’aggressione viene prima della difesa”, il tema della protezione del risparmio viene descritto nei termini di una quasi impossibilità, arginabile – secondo il Commissario CONSOB – solo con una costante “adeguabilità delle regole al mutare dei rischi”.

Massimo Bertani