Intervista a Mina Busi Presidente Adiconsum Bergamo

Volevo iniziare chiedendole una breve presentazione.

Sono Mina Busi, la presidente di Adiconsum Bergamo, mi occupo di gestire l’associazione sul territorio, dove abbiamo una serie di recapiti sparsi in provincia e 18 collaboratori Da quanto lavora con Adiconsum? Ho lavorato per i primi anni del 2000, poi sono tornata nel 2017 dopo l’esperienza fatta ai pensionati presso la segreteria territoriale della FNP.

Come mai avete iniziato a lavorare per Adiconsum?

Perchè vengo da un’esperienza sindacale nella mia vita, sono passata dal settore industria a quello bancario, e da lì mi sono occupata di sindacato. Quando poi sono andata in pensione ho iniziato a collaborare con l’ufficio fiscale, in seguito, la CISL voleva aumentare le collaborazioni e mi ha chiesto se fossi disponibile, quindi sono entrata in Adiconsum.

Qual è la cosa che trovate più stimolante di questo lavoro? E quale la più complessa?

La più stimolante è l’essere costretta ad aggiornarsi in continuazione per risolvere i problemi che vengono posti, perchè ogni problema è a sè, non c’è un metodo pre stabilito, perciò ogni volta bisogna giocare di fantasia e cercare soluzioni nuove. Questo senza dubbio è affascinante del lavoro in Adiconsum, oltre ad una crescita quotidiana che ti costringe ad approfondire rispetto alle normative che vengono varate dal governo e da numerosi enti. La cosa più complessa è quando ci troviamo di fronte a situazioni con soluzioni impossibili: abbiamo avuto persone sovra indebitate, o che hanno perso la casa, o truffate; queste sono cose difficili da gestire. Mentre per altre soluzioni tipo utenze, beni di consumo et cetera. Quella è una situazione nota, i casi si ripetono, la gestione è prassi. Mentre in altre situazioni è più complesso, abbiamo gestito il fallimento della Dentix, la truffa sui diamanti, abbiamo fatto i ricorsi alla Consap per il fallimento delle banche venete. E tutti i giorni facciamo ricorsi all’Ambito Bancario Finanziario per problemi di truffa, prelievi fraudolenti di conti correnti, persone che vengono raggirate con dei messaggi che mettono in allerta il consumatore, che a sua volta è portato a dare credito. Quando vedi arrivare un messaggio che dice “ti stanno prelevando soldi dal conto corrente, per bloccare le operazioni devi digitare i codici” è chiaro che uno si intimorisce, ed è portato a dare credito a quella che, a tutti gli effetti, è una truffa.

Il contatto con le persone è uno dei tratti distintivi del lavoro di adiconsum, con i volontari che hanno un ruolo chiave, che genere di rapporto avete con il publico?

Cerchiamo di creare empatia, di capire se quello che ci raccontano è vero – perchè spesso al gente ti racconta quello che vuole –, quindi già lì c’è un approfondimento delle tematiche che vengono esposte. Le persone però ci chiamano in continuazione, per cui vuol dire che abbiamo una certa credibilità rispetto ai problemi che trattiamo.

Hai voglia di raccontarci un episodio per te significativo?

Gli episodi che mi hanno toccato di più sono stati quelli relativi al caso Dentix, azienda che è fallita, e arrivavano da noi persone letteralmente senza denti. Avevano pagato e non avevano avuto nessuna prestazione, queste sono esperienze forti, perchè magari erano gli unici risparmi che avevano e li hanno usati per pagare i denti, ma poi la ditta è fallita e si sono ritrovate con un pugno di mosche in mano. Obiettivi che vi siete posti per il futuro Quello di essere sempre più aggiornati, anche perchè il lavoro che fa Adiconsum è basato sui volontari, e già dobbiamo essere grati a queste persone che dedicano una parte del loro tempo ad Adiconsum. Il nostro problema rimane quindi quello di essere sempre aggiornati per quanto riguarda le problematiche si presentano, quindi abbiamo bisogno di allargare le nostre collaborazioni per essere più vicini alle persone sul territorio.