Intervista a Giuseppe Riccardi, editore della rivista Fondi&Sicav

Approfondiamo la nostra conoscenza degli investimenti ESG –ne avevamo già parlato a questo link – con una intervista a Giuseppe Riccardi editore della rivista Fondi&Sicav 

***

Buongiorno Giuseppe. Recentemente ho chiuso una breve presentazione del fenomeno ESG ripromettendo ai lettori di fornire una risposta a questa domanda: il successo ottenuto dagli investimenti ESG è da assimilare ad una moda oppure è da ritenere un fenomeno strutturale…?

Si tratta sicuramente di un fenomeno strutturale. Se soltanto fino a qualche anno fa questo tema era limitato a pochi sparuti gruppi, adesso è idea comune che sia un trend che vada sostenuto con totale partecipazione e non solo per seguire una moda. Il concetto base è che l’ESG non sia un settore, ma un criterio che deve coinvolgere tutto l’universo investibile. Saranno impattati tutti i settori, perché viviamo in un mondo che si sta evolvendo rapidamente in un contesto in cui l’economia finanziaria ha raggiunto una dimensione che è un multiplo di quella reale. Ciò implica che il ruolo dell’economia finanziaria è significativo nel determinare le dinamiche di quella reale e non c’è nessun ambito che non sia toccato dai principi dell’investimento sostenibile, sia per quanto riguarda gli aspetti sociali, sia per quelli ambientali, sia infine per quelli che riguardano il governo dell’impresa. Il mondo finanziario avrà anche il ruolo di giudice. Mi spiego meglio: dovrà decidere in quali società investire il denaro raccolto dai risparmiatori e in questo circolo virtuoso a parità di condizioni andrà a privilegiare le aziende che più saranno avanti nei temi della sostenibilità. Questo modo di fare, in una sana competizione, non potrà che alzare il livello globale della sostenibilità. Finalmente ci si sta rendendo conto che non abbiamo più tempo da perdere. Nel 2020, le strategie ESG hanno attratto oltre 152 miliardi di dollari, raggiungendo un totale di masse in gestione di 1,6 trilioni di dollari.

L’offerta di servizi ESG è un fenomeno in continua evoluzione. Fondi&Sicav è un osservatorio privilegiato di questa evoluzione. Potresti sintetizzare per i nostri lettori le caratteristiche dell’attuale offerta?

E’ un’offerta molto diversificata che arriva ormai a coprire tutto il variegato panorama degli investimenti ESG. All’investimento ESG si può arrivare attraverso percorsi diversi; non esiste un approccio univoco. Grandissima importanza hanno le motivazioni e gli obiettivi degli investitori. Quale obiettivo si prefigge l’investitore? Coerenza con i propri valori? Influenzare le imprese o produrre un impatto sul mondo? Gestire gli aspetti relativi al rischio e alla performance? Partendo da queste domande l’investitore, aiutato da chi meglio conosce questi prodotti, potrà arrivare a scegliere lo strumento ESG più appropriato ai propri desiderata, al proprio profilo di rischio, al proprio orizzonte temporale, così come si dovrebbe fare con gli strumenti “tradizionali”. La parola d’ordine dovrà comunque sempre essere una: “chiarezza”.

Esiste un profilo dell’investitore tipo ESG?

Si tratta di un investitore molto trasversale. Il tema ESG, come dimostrato da una recente ricerca di una grande società di gestione su un campione rappresentativo degli investitori, interessa ormai sia i giovani, che vogliono un mondo migliore e che per poterlo ottenere sono disposti anche a pagare un plus per ottenerlo, fino agli investitori più anziani che fanno parte di generazioni fino ad oggi non molto attente alle conseguenze dei propri comportamenti , basti pensare ai temi ambientali, ma che forse proprio per questo vorrebbero lasciare un mondo migliore alle generazioni future.

Tra gli specifici indirizzi ESG quali sono attualmente quelli che hanno incontrato il favore del pubblico?

Sicuramente in questo momento è molto più facile proporre le tematiche relative all’ambiente. Su questo tema emerge una maggior consapevolezza, forte dell’esperienza quotidiana che ognuno di noi vive. La cosa interessante è che poi il tema del cambiamento climatico offre l’opportunità di spaziare attraverso diversi sottosettori: dalle energie rinnovabili all’edilizia green, dal segmento dei trasporti low carbon all’efficienza energetica, dall’utilizzo sostenibile dell’acqua all’economia circolare.

Tra gli estremi di semplificazione e di specializzazione come valuti la comunicazione relativa agli nvestimenti ESG?

Ci sono società che stanno facendo un ottimo lavoro per comunicare il percorso che stanno compiendo, per rendere sempre più comprensibili le loro scelte anche agli investitori finali. Le tematiche ESG non sono una novità, ci sono case di investimento che le adottano da decenni. Era difficile comunicarlo perché l’attenzione si concentrava su altre tematiche, da internet ai paesi emergenti, dal petrolio al rendimento dei titoli di Stato. La novità è il crescente interesse da parte degli investitori che si inserisce tra l’altro in un contesto di tassi di interesse vicini allo zero. L’insieme delle due cose ha creato un meraviglioso volano per velocizzare questo processo. La comunicazione non ha fatto altro che adeguarsi. Oggi parole come sostenibilità, ambiente, inclusione sono parte integrante del linguaggio comune.

A proposito di investimenti azionari in ambito ESG, alcuni rappresentanti di case di  investimento argomentano su una riduzione di rischio di investimento. Confesso che l’argomentazione mi è ostica…

L’argomentazione sembra ostica, ma in realtà è molto semplice. Se investo in aziende positivamente impegnate in termini ESG, come azionista ridurrò le possibilità (e quindi i costi) di cause legali in termini ambientali, in termini sociali e di governance (pensate per esempio a cause da parte dei dipendenti per discriminazioni, quote rosa, politiche salariali). Inoltre i numeri ci dicono che un’azienda gestita in termini responsabili ha nel medio lungo periodo una redditività più elevata. Per un’azienda sostenibile sarà più facile attrarre finanziatori e quindi avrà costi del capitale e di finanziamento più bassi.

Sapresti fornire ai nostri lettori alcune motivazioni per considerare questi tipi di investimento?

Basta fornirne una: non abbiamo più tempo. Le tematiche ambientali, sociali e di governance non possono più essere rimandate, vanno affrontate oggi. E in questo mondo che cambia possiamo essere protagonisti anche con i nostri investimenti e non limitarci ad essere spettatori.

Sapresti indicare le aree critiche e di rischio per l’investitore relative agli investimenti ESG?

Penso che la principale difficoltà sia dovuta all’ elevato numero dei prodotti e alla conseguente non conoscenza da parte degli investitori. Per capire bene le caratteristiche di un prodotto ESG dovremmo non solo leggerne il prospetto informativo ma anche considerare le informazioni periodiche inerenti le politiche di investimento: è un lavoro complesso, rispetto al quale un risparmiatore/investitore difficilmente può anche solo trovare il tempo per analizzare l’universo delle scelte. Diventa quindi fondamentale individuare un consulente, di una banca o di una rete di consulenza finanziaria o indipendente. Importante sarà sceglierlo bene e, attraverso un confronto sulla base di argomentazioni documentate, valutare i suoi consigli.

Inoltre, grande attenzione, soprattutto in questa prima fase di prodotti etichettati come ESG, deve essere posta nel distinguere prodotti che applicano in pienezza politiche gestionali sostenibili da quelli che hanno unicamente approfittato del momento favorevole per “impacchettare delle ottime proposte di marketing”.