Economia circolare: tre “principi universali”
Individuare e qualificare giacimenti di materia scartata e inutilizzata come fonte di “nuova” materia prima è quindi il primo dei tre “principi universali”[1] attraverso e in riferimento ai quali realizzare la trasformazione circolare.
A tal fine la gerarchia degli utilizzi della materia, modello che individua e organizza gerarchicamente, dalla più auspicabile (la riduzione) alla meno auspicabile (l’interramento in discarica) le soluzioni adottabili per il trattamento dei rifiuti, costituisce un riferimento imprescindibile.
Il secondo principio dell’economia circolare è riconducibile alla fine dello spreco d’uso del prodotto. Per comprenderne l’oggetto non è necessario sporgersi oltre il perimetro quotidiano della nostra vita: i nostri box, i nostri ripostigli, le nostre cantine, i nostri armadi ospitano una gran quantità di cose inutilizzate e dimenticate. Il secondo principio qualifica l’inutilizzo dei prodotti nei termini di un duplice spreco a livello economico e a livello di materia.[2]
E’ possibile ridurre lo spreco d’uso del prodotto in tre modi:
- Attraverso una accresciuta sensibilità nei confronti di una logica di servizio (disporre – a fronte di un pagamento- del prodotto quando se ne ha effettivamente bisogno) rispetto ad una mera logica proprietaria;
- la condivisione del bene tra più effettivi, sporadici utilizzatori;
- la ricerca di forme di rilancio nel circuito distributivo (mercato dell’usato, donazioni).
Fermare la morte prematura della materia: è il terzo “principio universale”. Troppo spesso dismettiamo un prodotto e lo canalizziamo verso la discarica (lo condanniamo a morte) solo perché un suo componente ha smesso di funzionare, oppure perché non è più di moda…
Ricominciare a riparare ciò che può essere riparato, emanciparsi dai condizionamenti delle mode e rivedere le pratiche di obsolescenza programmata sono comportamenti concreti ed efficaci nella direzione di un allungamento della vita delle cose e quindi della materia.
Mentre le fasi del processo della economia circolare sottolineano il ruolo dei produttori in qualità di responsabili della circolarità stessa del sistema a partire dalla prima fase di progettazione dei prodotti, i “tre principi universali” definiscono l’imprescindibile ruolo giocato dai consumatori per la loro realizzazione.
L’economia circolare può quindi essere rappresentata come un comune campo d’intervento e d’incontro tra mondo della produzione e mondo del consumo.
[1] Cfr. Emanuele Bompan con Ilaria Nicoletta Brambilla, Che cosa è l’economia circolare, 2021 Edizioni Ambiente.
[2] “La ricchezza delle società, nelle quali domina la forma capitalistica di produzione, si enuncia come un’immensa accolta di merci”: è l’incipit del Capitale di Carlo Marx. In relazione al secondo principio della economia circolare alla “immensa accolta di merci” dovrebbe essere aggiunto l’attributo “inutilizzata”…