Come sta il pianeta Terra?
Nel 2020, triplicando il livello raggiunto nel 1970, abbiamo estratto e inserito nel flusso di produzione qualcosa come 100,6 miliardi di tonnellate di materie prime[1]. Il record del 2020 è destinato a raddoppiare entro il 2060[2]…
Potremmo continuare per pagine ad elencare dati che descrivono la via senza ritorno intrapresa ai danni del pianeta e, circolarmente, di noi stessi.
Riteniamo di più immediato utilizzo fare riferimento ad un dato illustrativo sintetico quale l’Earth overshoot day, in italiano Giorno del sovrasfruttamento della Terra, fornito dal Global footprint network[3].
Di che cosa si tratta? È presto detto: l’Earth Overshoot day è il giorno dell’anno in cui si raggiunge l’esaurimento delle risorse naturali (acqua, cibo, fibre, legno etc.) che gli ecosistemi terrestri possono rigenerare in un anno.
In dettaglio l’Earth overshoot day è dato dalla somma delle risorse che la Terra genera in un anno (biocapacità) diviso la richiesta totale di risorse (impronta ecologica) per l’intero anno moltiplicato i 365 giorni dell’anno.
Nel 2021 l’Earth overshoot day è stato raggiunto giovedì 29 luglio, il che significa che dal 30 di luglio 2021 abbiamo iniziato a sfruttare, incrementando il nostro “debito pubblico ecologico”, più risorse rispetto a quelle che la terra può generare in un anno.
Il Gfn ha sintetizzato l’attuale grado di sfruttamento delle risorse naturali rigenerabili nei termini di un consumo del nostro pianeta maggiore ad 1 (circa 1,6). Il che significa che nel 2021 abbiamo “consumato” 1,6 pianeti e rafforzato una prospettiva, in verità insostenibile, di arrivare a “consumare” 2 pianeti entro il 2030.
Il consumo di risorse oltre la capacità annuale di rigenerazione naturale è iniziato negli anni Settanta, e da quegli anni, come indicato dalla sottostante tabella, la preoccupante scadenza dell’Earth overshoot day è giunta sempre in anticipo rispetto alla precedente.
La tabella mostra che la macabra progressione anticipata dell’Earth overshoot day è stata interrotta nell’ annus horribilis 2020, anno in cui la giornata del sovrasfruttamento è risultata posticipata al 20 agosto, ventuno giorni dopo la scadenza del 2019.
In effetti, la Covid-pandemia, la cui diffusione non è probabilmente estranea al livello di erosione ambientale naturale, ha comportato una globale riduzione di produzione e consumi con un conseguente minor sfruttamento di risorse naturali e una riduzione delle emissioni di CO2.
Il risultato dell’Overshoot day 2020, strettamente connesso alle implicazioni e ai costi sociali della pandemia, e subito smentito nel 2021, indica che la descrescita e il blocco dello sviluppo, non possono essere assunti quali percorsi praticabili per limitare lo sfruttamento delle risorse del pianeta.
E’ necessario quindi individuare strategie, tattiche e soluzioni in un orizzonte diverso da quello della pura decrescita. In questo senso l’economia circolare con le sue premesse, i suoi obiettivi appare una proposta, sicuramente complessa, ma, almeno sulla carta dotata di una chiara praticabilità.
[1] Fonte Circle economy, Circularity Gap Report
[2] Fonte OCSE.
[3] Il Global footprint network è una associazione no profit che sviluppa strategie e strumenti in ambito di sostenibilità.